“Corti” Europee per principianti: differenza tra CGUE e CEDU

Ci sono due entità sovranazionali in Europa che hanno il compito di giudicare controversie di diversa natura che non vanno confuse l’una con l’altra.

La Corte di giustizia dell’Unione Europea (CGUE), con sede in Lussemburgo, istituita nel 1952 dal trattato dell’Acciaio e del Carbone (CECA) si occupa di dirimere le questioni che sorgono tra i diversi stati membri dell’Unione Europea e/o l’Unione stessa . Essa è uno dei pilastri dell’integrazione, vigila affinché il diritto comunitario sia applicato con uniformità in tutta l’Unione. Le sue funzioni principali sono:

  • E’ l’interprete principale del diritto comunitario,
  • assicura il rispetto della legge attraverso l’apertura di procedure di infrazione verso gli stati membri,
  • può annullare gli atti giuridici di tutte le altre istituzioni dell’Unione e/o nazionali se ritiene che essi vadano contro i principi dei trattati,
  • assicura che gli altri organi dell’Unione Europea svolgano il proprio lavoro,
  • può sanzionare le altre istituzioni Europee e/o nazionali che abbiano procurato un danno a cittadini o imprese

La Corte Europea dei diritti dell’Uomo (CEDU), con sede a Strasburgo, è un’entità istituita dal Consiglio d’Europa (che è una cosa diversa dall’Unione Europea, è un altro organismo) nel 1959. Essa viene creata della “Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali” , firmata da 47 nazioni che, appunto, costituiscono il Consiglio d’Europa. Questo documento è un trattato internazionale vincolante volto a tutelare le libertà fondamentali degli individui e i diritti umani fondamentali. Il compito della Corte Europea dei diritti dell’Uomo è vigilare che la convenzione sia rispettata e che nessuna persona subisca violazioni dei propri diritti umani.

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Comunità Europea o Unione Europea?

Molto spesso queste due espressioni vengono usate indistintamente come se fossero intercambiabili.

Comunità e Unione sono realmente dei sinonimi? La risposta è no. Vediamo il perché.

L’integrazione europea è un processo che ha inizio alla fine della seconda guerra mondiale con lo scopo ambizioso di abolire le guerre tra le nazioni europee. Come ci raccontano i libri di storia (di ogni ordine e grado) per secoli, anzi per millenni, in media ogni 30 anni nel vecchio continente scoppiava una guerra. Nella seconda guerra mondiale però, grazie alle innovazioni tecnologiche e metodologiche, l’umanità intera si rende conto che è possibile uccidere migliaia di persone tirando semplicemente una leva per sganciare una bomba da un aereo, oppure è possibile programmare come se fosse una catena di montaggio lo sterminio di milioni di altri esseri umani.  Tutto questo fa paura.

Hanno paura soprattutto gli europei che si rendono conto fin dove possono arrivare. Per questa ragione il 23 luglio 1952 nasce la Comunità Europea del carbone e dell’acciaio (CECA) tra i primi 6 stati membri (Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Olanda). L’iniziativa di Jean Monet  e di Robert  Shuman era molto semplice: mettere in comune e far gestire da un ente sovranazionale le produzioni nazionali dell’acciaio e del carbone. In questo modo  si evitava la produzione autonoma di armi da parte delle singole nazioni e soprattutto si metteva fine per sempre alle contese nazionali sui territori ricchi di giacimenti che ciclicamente portavano alla guerra. Il trattato, firmato a Parigi nel 1951, prevedeva la libera circolazione delle due materie prime tra gli stati firmatari abolendo le restrizioni doganali. Venivano abolite i dazi e le limitazioni di quantità fra tutti gli stati aderenti.

La CECA fu l’apripista per il trattato di Roma, anno, 1957, pietra miliare dell’integrazione.

Preambolo del Trattato di Roma, 1957

Il trattato che istituisce la comunità economica  Europea (questo è il nome ufficiale) estende la libera circolazione a tutti i beni, ai capitali, ai lavoratori e ai sevizi e soprattutto, in nome della pace, auspica “un’unione sempre più stretta tra i popoli”.

La ricetta della libera circolazione funziona garantendo allo stesso tempo la pace e una robusta ripresa economica che durerà per molti anni a venire.

Il successo di questo modello è tale che viene copiato più o meno ovunque nel mondo: nel 1967 nasce l’ASEAN (Associazione delle nazioni del sud est asiatico), nel 1988 l’ FTA (Canada-USA Free Trade Agreement), nel 1991 il MERCOSUR (Mercato comune dell’America Meridionale), ed infine l‘AfCFTA (African Continental Free Trade Agreement) del 2019.

Il passo successivo nella realizzazione di “un’unione sempre più stretta tra i popoli” avviene nel 1992 con il trattato di Maastricht. A distanza di oltre 40 anni dal primo accordo le condizioni storiche sono cambiate, gli stati membri sono raddoppiati, l’influenza dei mercati finanziari sulle economie nazionali inizia a farsi sentire. Una semplice zona di libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoratori non è più sufficiente a garantire la stabilità economica. Per questa ragione il sistema Europa viene ripensato, l’unione monetaria è la soluzione scelta per far fronte alle nuove sfide. La Comunità Economica Europea diventa il “primo pilastro” di una nuova struttura, più completa, dotata di una moneta unica e di una banca centrale unica: l’Unione Europea.

Ni primi anni 2000 l’Euro, che fino ad allora era stato la moneta “virtuale” a garanzia della stabilità macroeconomica dell’intera area, diventa la moneta ufficiale e in circolazione nell’Unione Europea. I membri aderenti nel corso degli anni aumentano fino a diventare 27. La conseguenza è che la Comunità economica europea (l’area del libero scambio) viene di fatto assorbita dall’Unione europea (in cui circola la stessa moneta) e nel 2007 il trattato di Lisbona ne sancisce definitivamente e formalmente la completa inclusione.

Per queste ragioni “Comunità Europea” nonostante sia una bella espressione che trasmette un senso di unità forse anche maggiore rispetto alla parola “Unione” non si usa più.

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Perché questo blog?

Europe for Dummies – L’Unione Europea per principianti si propone l’obbiettivo di divulgare e chiarire i meccanismi giuridici ed economici alla base del processo di integrazione europea nella maniera più semplice possibile.

L’intenzione è quella di descrivere pezzo per pezzo la gigantesca macchina dell’ unione europea e illustrarne il meccanismo complessivo al pubblico dei “non addetti al lavoro”.

La BCE e la BundesBank: un rapporto particolare.

Una serie di rivoluzioni politico-economiche attraversa il vecchio continente tra la fine degli anni 80 ed i primi anni 90 ridisegnando per sempre gli assetti della geopolitica mondiale.

L’Unione Europea nasce ufficialmente il 7 febbraio 1992 con la sigla del trattato di Maastricht che getta le basi per l’Euro e crea la banca centrale europea.

Il trattato, stipulato tra 12 paesi (Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Spagna) realizza “una nuova fase nel processo di realizzazione di un’unione sempre più stretta fra i popoli europei” auspicata dal trattato di Roma del 1957.

In esso sono contenuti criteri, detti di convergenza, che i paesi devono soddisfare per adottare nel prossimo futuro la moneta unica, l’Euro.

In quegli stessi anni, però, un’altro storico evento avviene nel vecchio continente: la caduta del muro di Berlino. Finisce così dopo oltre 40 anni la guerra fredda, il mondo tira un respiro di sollievo sognando una pace duratura.

Per capire l’impatto della riunificazione tedesca sulla creazione dell’Unione Europea facciamo un passo indietro.

In seguito alla sconfitta nella seconda guerra mondiale la Germania viene divisa in Repubblica Democratica Tedesca ad Est sotto il controllo dell’Urss e Repubblica Federale di Germania ad Ovest nell’orbita del Alleanza Atlantica. Quando il muro di Berlino cade, la Germania dell’Ovest incorpora quella dell’Est.

Ma come era stata ricostruita la parte ovest della nazione che aveva creato il terzo Reich? I paesi occidentali avevano paura che la storia si ripetesse, si optò così per la formula federale che garantiva la decentralizzazione del potere. La nuova costituzione tedesca, il Grundgesetz, prende il posto della costituzione di Weimar, viene promulgata il 23 maggio 1949.

Anche la politica monetaria viene smantellata e la banca centrale tedesca (il Reichsbank) viene sostituita definitivamente nel 1957 dalla Bundesbank. Quest’ultima oltre a gestire la politica monetaria come fa qualsiasi altra banca centrale, vigila e autorizza le spese degli stati federati (i Länder tedeschi) e del governo centrale.

Questa struttura istituzionale, la più moderna in Europa, ha un impatto enorme sulla politica monetaria europea in quanto anche le spese comunitarie tedesche devono ricevere il permesso dalla Bundesbank. Lo abbiamo visto nel 2011 quando la banca centrale tedesca non autorizzò la Germania a prendersi carico dei debiti della Grecia e di conseguenza neanche la commissione europea poté aiutare il paese ellenico.

Lo stiamo vedendo anche in questi mesi: si sente spesso parlare delle note della Bundesbank sul Recovey Fund e l’atteggiamento è prudenziale. Tuttavia la situazione è differente, siamo di fronte ad uno shock simmetrico per l’UE e la banca centrale europea tira dritto sul recovery fund ribadendo il suo dovere/obbiettivo (conferitogli dal trattato di Maastricht) di definire e attuare la politica monetaria per l’intera area euro.