Molto spesso queste due espressioni vengono usate indistintamente come se fossero intercambiabili.
Comunità e Unione sono realmente dei sinonimi? La risposta è no. Vediamo il perché.
L’integrazione europea è un processo che ha inizio alla fine della seconda guerra mondiale con lo scopo ambizioso di abolire le guerre tra le nazioni europee. Come ci raccontano i libri di storia (di ogni ordine e grado) per secoli, anzi per millenni, in media ogni 30 anni nel vecchio continente scoppiava una guerra. Nella seconda guerra mondiale però, grazie alle innovazioni tecnologiche e metodologiche, l’umanità intera si rende conto che è possibile uccidere migliaia di persone tirando semplicemente una leva per sganciare una bomba da un aereo, oppure è possibile programmare come se fosse una catena di montaggio lo sterminio di milioni di altri esseri umani. Tutto questo fa paura.
Hanno paura soprattutto gli europei che si rendono conto fin dove possono arrivare. Per questa ragione il 23 luglio 1952 nasce la Comunità Europea del carbone e dell’acciaio (CECA) tra i primi 6 stati membri (Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia, Lussemburgo e Olanda). L’iniziativa di Jean Monet e di Robert Shuman era molto semplice: mettere in comune e far gestire da un ente sovranazionale le produzioni nazionali dell’acciaio e del carbone. In questo modo si evitava la produzione autonoma di armi da parte delle singole nazioni e soprattutto si metteva fine per sempre alle contese nazionali sui territori ricchi di giacimenti che ciclicamente portavano alla guerra. Il trattato, firmato a Parigi nel 1951, prevedeva la libera circolazione delle due materie prime tra gli stati firmatari abolendo le restrizioni doganali. Venivano abolite i dazi e le limitazioni di quantità fra tutti gli stati aderenti.
La CECA fu l’apripista per il trattato di Roma, anno, 1957, pietra miliare dell’integrazione.

Il trattato che istituisce la comunità economica Europea (questo è il nome ufficiale) estende la libera circolazione a tutti i beni, ai capitali, ai lavoratori e ai sevizi e soprattutto, in nome della pace, auspica “un’unione sempre più stretta tra i popoli”.
La ricetta della libera circolazione funziona garantendo allo stesso tempo la pace e una robusta ripresa economica che durerà per molti anni a venire.
Il successo di questo modello è tale che viene copiato più o meno ovunque nel mondo: nel 1967 nasce l’ASEAN (Associazione delle nazioni del sud est asiatico), nel 1988 l’ FTA (Canada-USA Free Trade Agreement), nel 1991 il MERCOSUR (Mercato comune dell’America Meridionale), ed infine l‘AfCFTA (African Continental Free Trade Agreement) del 2019.
Il passo successivo nella realizzazione di “un’unione sempre più stretta tra i popoli” avviene nel 1992 con il trattato di Maastricht. A distanza di oltre 40 anni dal primo accordo le condizioni storiche sono cambiate, gli stati membri sono raddoppiati, l’influenza dei mercati finanziari sulle economie nazionali inizia a farsi sentire. Una semplice zona di libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoratori non è più sufficiente a garantire la stabilità economica. Per questa ragione il sistema Europa viene ripensato, l’unione monetaria è la soluzione scelta per far fronte alle nuove sfide. La Comunità Economica Europea diventa il “primo pilastro” di una nuova struttura, più completa, dotata di una moneta unica e di una banca centrale unica: l’Unione Europea.
Ni primi anni 2000 l’Euro, che fino ad allora era stato la moneta “virtuale” a garanzia della stabilità macroeconomica dell’intera area, diventa la moneta ufficiale e in circolazione nell’Unione Europea. I membri aderenti nel corso degli anni aumentano fino a diventare 27. La conseguenza è che la Comunità economica europea (l’area del libero scambio) viene di fatto assorbita dall’Unione europea (in cui circola la stessa moneta) e nel 2007 il trattato di Lisbona ne sancisce definitivamente e formalmente la completa inclusione.
Per queste ragioni “Comunità Europea” nonostante sia una bella espressione che trasmette un senso di unità forse anche maggiore rispetto alla parola “Unione” non si usa più.
